domenica 11 luglio 2010

Marciando

Non ricordo il modo esatto di chiamare il passo di marcia senza spostamento; ma di questo voglio parlare, perché non faccio altro che TENTARE di restare in moto (spirituale), senza progetti e senza quelle che tu, Darianna, chiami speranze, meglio speranza al singolare.
Sento però che potrebbe essere una straordinaria occasione di crescita questa esperienza stressante del mio spostarmi da un posto all'altro in cerca di dove farmi una finta-casetta da abitare, anche senza le classiche mura che definiscono una casa regolare.
Gli altri, ignoti - io a loro e loro a me - mi guardano e notano che c'è in me un travaglio non banale. Mi dicono tante cose i loro sguardi pieni di sbalordimento e di.... non so che: certamente non passo inosservata.
Intanto gli attimi, le ore, i giorni (con le loro terribili notti) sento che non passano invano. Ausilia

1 commento:

Darianna Saccomani ha detto...

Se non ricordo male, si dovrebbe chiamare "Segnare il passo". Non so, sarai anche senza progetti (questo cosa è?), e forse anche senza speranza nella mia interpretazione di "costruire", ma comunque questa sera mi hai dato, invece, proprio la sensazione di chi questo progetto e questa speranza la ha ed in modo indelebile.
La vogliamo chiamare ostinazione ed il non arrendersi? La vogliamo chiamare "TENTARE", con l'accanimento di chi non rinuncia, non non fermarsi? La rabbia - generata da un profondo senso di giustizia che si possiede - è spesso motore di tante cose, ed è questo che ci porta e ci conduce a continuare la nostra lotta, il nostro perseverare, nel desiderio del riposo.
Un abbraccio, fantastica amica mia.
Darianna