domenica 4 luglio 2010

Ancora avanti

C'è una parola che sempre pogno di fronte a me, in ogni contesto, in ogni situazione. Questa parola è "speranza". Lo stesso progetto sul quale sto lavorando da anni, in questa ultima sua edizione, l'ho chiamato "La Speranza".
Il motivo per cui ho dato questo nome al progetto e questa parola la pongo sempre di fronte a me, ritengo sia giusto esprimerlo in questo contesto. In effetti questo è il contesto meno legato a tutto quanto sto facendo, ma forse proprio per questo posso dirlo, posso esprimerlo nel suo significato.
Faccio sempre una netta distinzione fra l'esistenza e la vita, le considero due dimensioni diverse, per quanto possono essere estremamente intersecate. Dico e sostengo che la vita non è altro che una interpretazione dell'esistenza, ed è proprio questa interpretazione che fa differenza fra esistenza ed esistenza. Tutte le interpretazioni sono legittime, così come tutte le esistenze sono reali. Ma la mia esistenza come viene vissuta e, quindi, quale interpretazione vengo a dare alla mia esistenza? Quando, in altre parole, trovo senso alla mia esistenza? Trovo senso quando nei fatti lavoro e impiego le mie energie nella realizzazione di un progetto. La parola "speranza" diventa quindi quella che più radicalmente e più esattamente esprime la mia modalità di interpretare la mia esistenza. La speranza non è una attesa di un accadimento, ma è il quotidiano lavoro di costruzione di un progetto, il costante tener presente l'obiettivo, il non perdere di vista - mai - cosa ci ha mosso! Questa la speranza! Costruire, sempre e comunque - parlando sia che ti ascoltino sia che non ti ascoltino - nel senso che ti è indicato dalla tua partenza, e senza la pretesa di vedere la fine! Questa è la speranza? Per me questo è il senso interpretativo della mia esistenza!