martedì 25 maggio 2010

Le due vite

"Vivere la vita pienamente": lo sento ripetere da più parti. Ma se vado ad apprendere il senso dagli altri, trovo delusioni, e solo delusioni. Non ne trovo soltanto nella realtà simbolica che si esprime nelle produzioni artistiche, dove il mondo singolare dell'artista combacia con quello universale. Preciso: non sbiadisce e non si appiattisce su un'universalità astratta, ma diventa rivelativo del senso profondo della vita, che è uno e inesauribilmente molteplice. Una rosa concreta è destinata ad appassire, una rosa assunta nella realtà simbolica acquista una valenza di infinito senza cessare di essere finita: il finito è compiutezza se attraversato dall'infinitezza del sentire pensare creare umano.
Una rumena, facendo le pulizie, mi professava la sua non-intelligenza. Alle mie proteste non si convinceva: "no, io non sono intelligente, so solo quello che debbo fare". Dite voi se la sua convinzione non è più intelligente della mia pretesa di essere capita da chi di discorsi veri non vogliono sentir parlare.

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