domenica 27 giugno 2010

Me stessa nel diario

Mi sei davvero amico, caro Diario, e spesso mi parli eloquentemente anche attravreso Darianna. Voglio effondere in te quello che sono, per evitare di vedermi imbruttita ed incattivita dagli altri. Per ora passo momenti trememdi nel notare con amarezza quanti cosiddetti amici si siano rivelati... (forse esagero) nemici; il loro motivo? .
Ti ho già detto, caro diario, che il mio dolore è mortale. E tale resta. Perché una persona a me carissima è considerata e trattata da matta, e io debbo accettare tale valutazione, o almeno tapparmi la bocca. Fino a quando non impareremo a credere nella guaribilità delle persone? e ci ripromettiamo premure e toppe a modo nostro, per "guarirle", senza tenere in conto quello che il soggetto vuole e sa fare? Invece nessuno gli crede e lo aiuta come vorrebbe lui. Mi mordo i freni: come capire che credere nella non-guarbilità da parte di chi lo circonda è come ucciderlo?
Non sarò mai creduta, ma io ci credo, lo voglio............ Non mi rassegnerò mai.
Mmeno male che tu, mio amico diario, mi fai parlare, perché gli altri mi mettono a tacrere e CON SARCASMO... Vita amara!

1 commento:

Adalgisa ha detto...

Non prendertela, cara amica. Ho intuito il tuo dramma che è il mio quando ho le mani legate perché i pregiudizi degli altri mi impedisconono di aiutare chi ha bisogno. Credimi, si tratta della brutta bestia dell'ignoranza, che ne uccide più della cosiddetta "giustizia". Resta forte nel volere quello che vuoi: facci saper ogni tanto se questa persona soffre molto e... tu con lui. (Ma a tu per tu, mi puoi dire qualcosa in più?) Adalgisa